Che in fondo qualcuno se lo sarà chiesto: ma sarà ancora viva?
Che un viaggio così non l'ho mai fatto, e nonostante due paesini al di fuori da Castagnole Monferrato li abbia visitati, mai avrei pensato di fare ciò che ho fatto.
Che partire con uno zaino tarato per un'altezza di 1mt e 80cm, contro la mia di 1mt e 63, non è stato semplice per nulla.
Dormire in ostelli, camerate e amache. alla mia età, non è mai stato esattamente nelle priorità di una ipotetica scala del piacere. E invece...
Ho provato un misto di sensazioni fra l'eccitazione, la paura, la curiosità, la felicità, la grandezza, la nostalgia e l'elettricità.
Che poi diciamocelo, la realtà non ha niente a che fare con l'immaginazione, niente. Prima di partire chissà quante sere ho fantasticato su questa Colombia, che comunque non era il mio Brasile.
Me la sono dipinta prima di un colore, poi di un altro, poi li ho mischiati, e poi riniziavo. Tutto da capo. E poi?
E poi sono arrivata e sono rimasta così: a bocca aperta.
Quanti messaggi ho ricevuto.
Chissà se quel pazzo del suo fidanzato si prenderà cura di lei, chissà se si lasceranno, chissà se litigheranno, chissà se...
In un mese ho fatto tutto. Ho riso, pianto, ubriacata, arrabbiata, l'amore, la condivisione, la follia, la ragione e ho terminato con una flebo: pacchetto completo.
Sarà che io sono di quelle parti, e di parte, ma l'America Latina ha una marcia in più, comunque.
Ho visto bambini chiedermi di lanciare la monetina in acqua per far gara a chi la prendesse per primo, fra le meduse. Ho visto donne macerare al sole cucendo le famose borse da spiaggia e cercare di venderle a qualsiasi costo. Ho visto pescatori scendere dalle loro barche con pesci in mano a sinistra e sigaretta a destra. Ho visto polizia in ogni angolo della città con mastini dotati di museruola borchiata. Ho visto ragazzi di Calì dirti che Medellin non è un granchè e viceversa. Ho visto il museo della memoria e ho sentito una morsa al cuore. Ho attraversato la Giungla lanciandomi da masso a masso con eliane.
Ho mangiato l'arepa, patacones, empanadas e bevuto l'aguardiente.
Ho provato un ristorante italiano, e va bè, ho rimpianto la pasta e la mozzarella di casa mia.
Sono salita su corrierine di linea e fatto amicizia con Fernando: ingegnere meccanico che sogna l'Europa che però non vedrà mai perchè il governo non lo permette ai comuni cittadini.
Sono scesa in autostrada da un autobus, l'ho attraversata - non proprio in totale sicurezza- e ho fatto l'autostop su una navetta perchè avevamo sbagliato direzione.
E comunque si usa farlo. Attraversare l'autostrada.
Ho usato il wifi per guardare quanto benessere stessero vivendo tutti quelli che conoscevo a differenza mia.
Mi sono chiesta " ma chi accidenti me l'ha fatto fare?" e ho incontrato gli occhi del mio fidanzato, e mi sono innamorata di nuovo. di più.
Sono arrivata nel punto più a nord del Sud America e ho pensato che non vivrò mai abbastanza per vedere la bellezza di tutto mondo, ma farò il possibile per riuscirci.
Ho scalato un monolite alto 650mt e mi sono sentita in cima all' Everest.
Ho riso a squarciagola su una spiaggia infinita bevendo un cocktail fantastico.
Ho visitato la zona della Cafeterà e assaggiato un caffè che ciao...
Ho insegnato a un venditore ambulante due parole in inglese così che potesse minimamente farsi capire dai turisti e mi sono vergognata di tutto quanto dia per scontato quotidianamente.
Ho visto la baia di cabo san juan di Tayrona e mi sono sentita in paradiso.
Ho ballato come una pazza su un rooftop di Santa Marta e ho avuto paura cedesse da un momento all'altro.
Ho mangiato una paella-senza cozze e vongole visto che sono allergica- che manco in Spagna, e poi mi sono ammalata con il salmone due giorni dopo.
Ho lasciato il cuore a una natura incredibile e a un mondo semplice e non turistico.
Sembra che ogni esperienza vissuta leghi il ricordo stesso a un profumo.
Il mio, se devo essere sincera, è: muy bonito.
Tua Titti
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