Perché in fondo siamo pratiche e realiste: le due cose insieme non possono coesistere così facilmente. Cioè, la solita solfa sentita e risentita: o ci siamo sposate Mr Grey pieno di soldi o nostro padre era Mr Grey che mantiene baby sitter, colf, portinaio, guardiano, badante etc.
Cioè, Miranda del Diavolo veste Prada avrebbe potuto anche pagare tutte le collaboratrici domestiche&affini per tutti i parenti e discendenti dell'intero universo : ma che vita faceva?
Che per intenderci era pure un film, ma va be'.
O siamo Super mamma eccomi qua, 1-2-3 pronti via tacco 15 - figlio vestito da angelo che dorme nella braccia della nonna-coppia Hollywood-style che Brad e Signora sono due poracci..o siamo quelle con le occhiaie che hanno il bimbo che strilla, il marito che russa, lo stesso film fermo al minuto 42 perché ci si addormenta sul sofà, spinaci belli pronti nel microonde inseriti già da due giorni sul programma defrost, etc etc etc...
Le persone normali- di base- sono le ultime descritte: programma defrost e spinaci che chiedono pietà.
Al di là del bivio, nel limbo per intenderci, ci sono poi ancora le disperate. Le altre. Quelle che non hanno trovato il principe azzurro alla beata eta' di 27 anni, vuoi per destino o per volontà, che non vogliono arrendersi alla solitudine anche se la vita sta dando loro segnali ben forti e precisi, che si sono arrabattate come meglio hanno creduto dai 25 ai 35 anni. Che a 28 sono andate a chiedere allo psicologo cosa ci fosse di sbagliato in loro (per la modica cifra di 120€), che stanno spendendo palate di soldi in cambi abiti da ormai 6 anni ai vari matrimoni delle molteplici amiche più fortunate, che si sono sedute con abitudine e tragicità ai famosi tavoli " single ", che hanno evitato con accuratezza il lancio del bouquet perché tanto sarebbe stato come dare corda all' ironia spicciola della sorte, che hanno pregato con lacrimoni per tante sere di incontrare l'anima gemella, e che alla fine della fiera si sono quasi autoconvinte che gli uomini siano esclusivamente accessori.
Altre ancora, sempre nella categoria "disperate", si sono date anima e corpo nello sport, credendo un giorno di solcare grandi stadi olimpici- forse nelle gare over 70 coadiuvate da bastone se tanto mi da tanto- , altre buttandosi a capo fitto sul lavoro sperando in futuro di sedere su poltrone dorate, e altre scegliendo con astuzia e sensibilità il miglior shot alcolico per dimenticare. Specialmente dal giovedì alla domenica.
Io ero una di quelle che il giovedì alle ore 17 iniziava a crogiolarsi nell'amletico dubbio se l'aperitivo fosse stato meglio iniziarlo con lo spritz o direttamente col gin tonic. E alla fine ordinavo un moscow mule.
Le critiche perbeniste di cugine&friends sono sempre state vento nel vento perché qua noi si appartiene molto fieramente alla teoria del "tutta torna". E non intendo oggi vodka e domani anche.
Che mi vergogno? Che mi faccio intimidire da due madamine torinesi dal brillocco pesante? Che ho paura della scala montagna arruolata nel nuovo mestiere da first lady di non so cosa? Che forse temo la miss diecimilacognomi versione Dracula a Torino?
È che alla mia amica Allegra che ha versato tante lacrime quanto me, voglio dire di non abbattersi.
Che il bivio non esiste. Che è solo nella mente di chi non sa osare e sognare. Che nessuna di noi ha nomi da far paura a Onassis e compagnia bella, ma in qualche modo ce la faremo comunque. Anche senza colf e assistenti mentali. Che se ce l'ho fatta io a sorridere ce la possono fare tutti. Che saremo apprezzate lo stesso anche senza abiti firmati da stilisti famosi&famiglia. Che se Ginevra adora ancora il Martini bianco nonostante un figlio, noi potremo continuare a bere il nostro adorato americano fino a 90 anni. Che 30 anni non è vero che sono i nuovi 20- perché se penso a cosa facevo a 20, ora collasso- però penso siano un'età e basta. Anzi, una gran bell'età.
Che oggi è il tuo compleanno e ti auguro di essere leggera. Di goderti il profumo dell'autunno e il sapore di un anno nuovo che sta per iniziare. Che non abbiamo più di 18 anni e se ci comportassimo come tali saremmo ridicole, però possiamo fare ben di peggio. Questo è sicuro.
Che qui a Torino di esempi sbagliati ce ne sono tanti, ma altrettanti positivi.
Che la crudele storia "sono tutti così" lasciamola dire a chi si vuole accontentare ma non sa godere.
Che per raggiungere un obiettivo- niente da fare- ma bisogna lottare.
Che io qua ho appena discusso con Carlo Federico Antonio e mi spiace tanto per lui ma da oggi lo chiamerò Freddy.
Tua Titti
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