giovedì 24 settembre 2015

Alziamo l'asticella


Il Boss vuole di più.
L'ha detto stamattina in riunione e l'ha ribadito nel pomeriggio.
Chi fa cadere la penna allo scoccare dell'ottava ora è un mediocre. Uno che non andrà mai da nessuna parte. Torino è una città di gran lavoratori. Di gente che sa conservare e accrescere il proprio patrimonio, o ancora più nobile di chi sa costruirsi da solo e porsi un traguardo ( con successo, si intende).
Freddy al termine del monologo ha applaudito con entusiasmo e si è quasi commosso. Tutto da solo.
Seguace1 ci è rimasta, perchè per la prima volta è stata spiazzata. Di norma è sempre stata lei la migliore in questo genere di cose. Cose tipo  elogiare in maniera macchiavellica e nauseante qualunque pensiero, parola, gesto, e azione di mio padre.
Che poi dico io, alzare l'asticella è cosa sacro e santa, ma forse siamo in un mondo sbagliato. E mi spiace per il Boss, perchè lui è un appasionato. E' uno di quegli uomini, non perchè sia mio padre davvero, ma è uno di quelli che organizzano un discorso talmente bene, usando parole semplici ma in maniera talmente  perfetta, che alla fine vorresti alzarti con ardore dalla sedia e dire " capo ci sono, combattiamo il mondo e vinciamo".
Ma questo è un mondo che gira attorno a sè stesso e non se ne esce. Fosse piatto almeno si provava a girarlo. Così invece niente.
Un mondo che si sofferma vigliaccamente a prendere in giro il prossimo per innalzare sè stesso.
Un mondo che di primo acchito ti è amico, e il secondo successivo ti ha voltato le spalle.
Un mondo che la parola condivisione è considerata solo nel tifo di una squadra di calcio.
Un mondo che si diletta con entusiasmo a sbeffeggiare una frase di una ragazzina emozionata su un palco di Miss Italia -rovinandole probabilmente il momento- e anzi, se la vedesse piangere in diretta tv proverebbe un qual certo piacere.
Un mondo che riscopre la virtù del coraggio solo nel fregare l'erba del vicino perchè più verde.
Un mondo che è bestialmente pecora e annichilisce il proprio pensiero in favore della massa.
Un mondo che si riempie la bocca di parole come diritti e doveri e non ne conosce il significato.
Un mondo che ha la sensibilità di un elefante e la leggiadria di un ippopotamo.
Un mondo che si commuove di più per la scelta di Costantino nel programma della De Filippi che per  l'ignoranza della gente.
Un mondo che quando parla di "adozione" non ha la minima di idea di cosa significhi, e parla parla parla..
Un mondo che è terribilmente cinico e paradossalmente utopico.
Un mondo che oggi ci sei, e se domani non ci sei più se ne infischia.
Perchè io mi ricordo quella là con cui a volte andavo a prendere il sushi e stupidamente mi confidavo. Bon, ha fatto il bel matrimonio, è entrata nell'entourage giusto, e ciao ciao care cose. Che poi anche qua, definire a Torino "entourage giusto" ci vuole fantasia. Che per quanto mi riguarda, le persone con cui esco e che definisco amici, altro che entourage giusto, sono "la meglio gente del mondo" .
E poi c'era quell'altro che sembrava voler dare un rene per me. Che gli dicevo, ma no guarda non ne ho bisogno, e lui niente insisteva, davvero fammi operare, me lo tolgo e al massimo lo tieni lì che non si sa mai. E io quasi imbarazzata per cotanta generosità e gentilezza non sapevo più come comportarmi per ringraziarlo. E poi? Poi niente, forse gli alieni l'hanno rapito, perchè a chi l'ha visto nessuno ne sa nulla.
Che potrei andare avanti per ore, elencando aneddoti in maniera comica e ironica, e magari  a zelig mi chiederebbero pure  di buttare giù due righe, però non raccontiamocela: sono verità che lasciano quel retrogusto amaro in bocca. Che danno il quadro preciso di come siano le persone con cui ci si relaziona, e soprattutto in quale realtà si viva.
Poi ochei, io sono una entusiasta. Forse anche troppo, per carità. Una che si butta a capo fitto se ci crede. Una che ci mette il cuore e anima, una da amore a prima vista e poi per sempre non lasciamoci più, perchè mica mi passa. Donne, uomini, animali etc. Non è che faccia differenza io; del resto siamo tutti sulla stessa barca.
Per dire, sono tornata dalla pausa pranzo in studio e con orgoglio ho mostrato la foto del calcetto lungo non so quanti metri in Via Roma. Che secondo me è una gran figata. Perche' mi ero già fatta il film mentre svoltavo in via Perrone da via Bertola, senza sapere assolutamente che tipo di evento/manifestazione fosse.  Perchè a me piacciono queste cose in cui ci si sente una squadra unita, in cui si batte il cinque con lo sconosciuto, in cui vecchi e giovani sono alla pari etc etc..
Tipo in Colombia che si faceva amicizia con chiunque, con il taxista di Cali con cui poi abbiamo bevuto una birra alla sera e ci si scambiava opinione su tutto. Dalla visione del ruolo delle donne alla ricetta per la migliore empanada sudamericana.
Ecco, dicono che togliersi dalla testa gli stupidi indottrinamenti inculcatici negli anni passati sia cosa buona e giusta.
Abbassare le bigotte barriere da chiusura mentale sia prova di maturità ed intelligenza.
Stupirsi per una sciocchezza sia un'emozione che arricchisce e commuove.
Credere nella possibilità del cambiamento- per me - è provare ad alzare notevolmente l'asticella.

 Tua Titti








1 commento:

  1. Che comunque un Mondo come l'hai descitto tu esiste ma o ti ci fai travolgere o lascia il tempo che trova e forse basta lasciarlo fuori dalla porta, con le sue ipocrisie e le sue falsità, rendendosi conto che il Mondo siamo noi e decidiamo noi con chi condividere il cammino e, perchè no, provare a cambiarlo dando semplicemente quello che per noi è il "buon esempio".
    R

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