lunedì 26 luglio 2021

Perfect.



Cara futura sposa, 

chiamami e diventerò la tua migliore amica. E soprattutto ti aiuterò se - come me- non avrai voluto la mitologica figura della wedding planner perché hai pensato che tanto ci saresti andata a litigare, perché tu sei più furba. 

Cara futura sposa, preparati perché sarà il momento più bello e anche più magonato che starai per vivere. 

Dimenticati la locuzione “ tanto a me non capita”, perché anche a te capiterà, e conoscerai la delusione. Figurati se lo farai in tempo di covid. E figurati se avrai più di cinquanta invitati. 

Cara futura sposa respira profondamente e armati. Non stai andando in guerra, ma più o meno. E spero tu non sia un capricorno. Quel gran bel segno che ci rimane male se qualcosa va storto e di conseguenza ne fa una malattia. 

Cara futura sposa ne vedrai delle belle, e scoprirai che insieme a te e al tuo futuro marito altri due personaggi incredibili prenderanno parte a questa avventura pazzesca: cuore e fegato. Soprattutto se hai sognato questo giorno da una vita.

Cara futura sposa ti auguro di non uscire da un lockdown con venti kg in più, che fa male, ma nel caso fregatene che il tempo di perderli arriva veloce, e senza aforismi: carpe diem. E tranquillizzati che tanto Lanvin&GBV ti aspettano per la prossima collezione. 

Al momento risparmia, che la cosa più economica che vedrai sarà la stampa del menù della cena. 

Cara futura sposa capirai che è molto più divertente avere un ruolo secondario che essere attrice principale, ma certe emozioni hanno un prezzo, e ne varrà la pena. 

Cara futura sposa ti auguro di bere moderatamente in modo tale da mantenere intatta la dignità e di prendere in mano il microfono e chiamare in “cassa 2” i testimoni per il loro momento. 

Ti auguro di vedere i tuoi amici impacciati, timidi, buffi, commossi, e sinceri  nel regalare a te e a tuo marito un pezzo del loro cuore fra le parole di un discorso immortalato negli anni della vostra amicizia. 

Ricordati di ringraziare la famiglia, subito. Per primi ci sono loro, se come me hai conosciuto l’amore tramite la vostra quotidianità. 

Cara sposa ti auguro un marito come il mio. Che ha miriadi di difetti, come me peraltro, ma con un cuore che descriverlo sarebbe infattibile. Ed è davvero l’unica cosa che conta. 

Cara sposa a una certa divertiti poi anche tu e fatti un gin tonic come si deve e balla coi tuoi amici. 

Allontana all’istante chi non condivide la felicità con voi. Impara a distinguere i pettegolezzi dalle cattiverie gratuite e fatti i tuoi conti. Perché ci saranno invidiosi e astiosi pronti a puntare dita, ma tu vai oltre e depennali. 

Apprezza chi invece con grande generosità - nonostante il periodo- ha messo da parte le proprie ferite e ha partecipato con vera gioia. Fidati, non è cosa da poco. 

( grazie Sauvage) 

Abbraccia fortissimo la tua mamma e sussurrale all’orecchio ti voglio bene. 

E poi tuo papà. Che in questo caso è il mio eroe. 

Infine, se hai avrai bisogno di soldi ricatta senza scrupoli le tue migliori amiche che dal giorno seguente ti staranno marcando stretto per le foto. Potresti migliorare di gran lunga il conto in banca. 

Per tutto il resto sii grata, perché la felicità non è vera se non viene condivisa. 

Capitolo Matrimonio chiuso. 

Fine. 

Chi sarà la prossima? 




martedì 4 maggio 2021

Buonanotte Torino: Stella stai.

Buonanotte Torino: Stella stai.:   (Avevo detto: sul letto mai.) Il signor Elle è sul divano, accanto c'è  Stella che se la ronfa beata.  Dalla parte opposta della stanz...

Stella stai.

 

(Avevo detto: sul letto mai.)



Il signor Elle è sul divano, accanto c'è  Stella che se la ronfa beata. 

Dalla parte opposta della stanza ci sono io, seduta a un tavolo, che un po' li guardo per cercare l'ispirazione e un po' per accertarmi che sia tutto vero, che siamo una famiglia. Chi l'avrebbe mai detto?

Ricordo come fosse appena ieri le incalcolabili lacrime per tutti i miei amori disprezzati, disperati, e in definitiva disgraziati. 

E poi le amiche. Le mie grandi amiche. Che pazienza. A seguire me che inseguivo l'altro, che a sua volta  non voleva essere seguito. Fino alle cinque di mattina. E poi tornare a casa, cercando di aprire la porta che manco Lupin avrebbe avuto quella delicatezza. Per non farsi sentire dai genitori,  e infilarsi sotto le lenzuola ancora truccata e con mille pensieri in testa. 

E il giorno dopo a spergiurare di non toccare mai più ( mai più! ) un cocktail, e chiamare la Marghe o la Franci della situazione per ricapitolare se fosse proprio andata così male la serata o chissà magari si poteva intravedere qualche spiraglio. E noi lo spiraglio anche se non c'era lo trovavamo. Piccolo piccolo, per carità, ma c'era.

E poi che Dio abbia in gloria la Lutece. Lì, in quel luogo miracoloso, chiunque si cercasse. si aveva la concreta sicurezza di trovarlo. Con tempo sereno nuvoloso o disastroso noi presenziavamo. Noi e il mitico Traminer che talmente ne ho bevuto che ora vade retro satana!

Chissà cosa faranno i nostri figli? Dove si troveranno? Dove andranno a cercare l'amore fittizio o reale che sia?

E poi arrivava la domenica, il giorno del rendiconto. Di base non positivo, ma noi ragazze anni ottanta mica perdevamo la speranza. Perchè iniziava una nuova settimana e poi il giovedi sera sarebbe arrivato veloce. E mica all'inizio si pensava a sposarsi. Mica c'era fretta. Il tempo era dalla nostra e noi in fin dei conti l'abbiamo divorato, a volte anche avidamente,  e con le mille foto che già all'epoca facevamo ci siamo assicurate un tesoro nel cuore. 

Con la coda dell'occhio intravedo Stella  arrivare. Stella vuole uscire. Stella non sa aspettare. 

Lei non ha tempo per il mio passato. Lei vive qui e ora. E io, felice come non mai, anche. 

Grazie.

#buonanottetorino


ps. 

Se Stella sapesse di quelle notti da Gianca a cantare: 

Scivola, scivola, scivola, scivola, scivola, scivola, scivola, scivola

Scivola, scivola, scivola, scivola, scivola, scivola, scivola, scivola
Per sospirarti di più stai, stai, stai....




                                                        ( Trentanove kg e tanta fame, SEMPRE.)



( zampetta...)




mercoledì 17 marzo 2021

Come il pendolo di Schopenhauer (rivisitato)



                                                     
                                                       Uno dei miei "paradiso all'improvviso"



Fra un dpcm e un colore. 

Fra un articolo barbino di un giornaletto sconosciuto e una notizia trovata su una rinomata testata della stampa.

Fra un lievito madre e un pomelo. 

Fra una vita in tuta e un baby-doll per ricordare quella femminilità dispersa. 

Fra una videochiamata e una storia sul social, giusto sai. 

Fra l’aver perso la cognizione del tempo e la sicurezza della zona rossa a Pasqua.

Fra il credere di risparmiare "perché tanto non si esce" e la consapevolezza dell'opposto. 

Perché c’è Amazon&fratelli. 

Fra la preghiera si velocizzi la distribuzione del vaccino in Italia, e la lettura dello spritz regalato in Israele nei bar diventati centri vaccini. 

Fra il non poterne più di cucinare colazione- pranzo- cena ogni giorno/tre volte al giorno e la bilancia sempre più nemica. 

Fra la fortuna di uscire con il cane e la tragedia di cadere rovinosamente a terra per il cane di quarantuno kg che tira. 

Fra la promessa di cenare al ristorante il più possibile appena si potrà e la caccia alle serie tv non ancora viste. 

Fra la noia e la paura. 

Fra la rabbia e l’impotenza. 

Fra un matrimonio a breve e una festa più in là.

Fra un ottimismo oggettivamente a casaccio e la regina delle domande costanti: ma quando se ne esce? 

Ecco, in mezzo a tutti questi fra&fra ci sono io, che oscillo esattamente come un pendolo: fra la voglia matta di baciare e abbracciare chiunque e il desiderio di tornare a respirare la vita. 

Di nuovo. 



Lago di Avigliana
Cadere dal mono-sci
(anche questo è un paradiso all'improvviso)



lunedì 15 marzo 2021

La quarantena forse non mi ha fatto molto bene.

 



                                                                                Sciuranza. 

                                                        (Richard Ginori, io ci sono e Vi aspetto).  




Milano giorno 1 


Il Signor Elle con un bacio fugacissimo mi ha appena salutato e si è lanciato fuori di casa alla velocità della luce. 

Siamo rimaste Stella, Io, il trapano dei muratori, e gli avvisi di Alexa che  comunicano la consegna dal portiere di nuovi e divertenti gadget  per pulire i pavimenti. 

La signora Madre da Torino a sua volta  manda -dall'alba- messaggi a raffica perchè ad aprile le peonie, che manco mi piacciono, fanno molta allegria, e per cui mi consiglia di riconsiderare la possibilità di allestire la chiesa in modo diverso.  Che una peonia è per sempre. 

Le ho risposto che per me, per il signor Elle, e per il parroco non è necessario visto che quel giorno, che apro parentesi : il giorno che aspetto da una vita - causa covid- non ci saremo che noi. Apriti o cielo. 

Il fattore " a casa senza il signor Elle" è quasi commovente.  Perchè dopo un anno ventiquattro ore su ventiquattro cheek to cheek  la fantasia magica del forevah ed evah  iniziava a farsi sentire. Anche a due come noi che litigano solo quando di nascosto compro su veepee servizi di piatti e set di asciugamani di ogni specie e genere. Cose che, fa piacere sottolineare, servono ASSOLUTAMENTE.  ( vedi foto allegata in alto).

 E a proposito, con orgoglio posso dire di essere diventata cintura nera di offertone on line. Controlli incrociati, verifiche su siti madre, accertamenti trasversali e letture compulsive di recensioni anche dalle isole Salomone come bevessi un bicchiere d'acqua. Insomma un trionfo. 

 -La quarantena  forse non mi ha fatto molto bene- 

E al riguardo, sul bene della quarantena intendo, mi sono iscritta su un nuovo social (mal me ne incolse) e ci ho capito niente. E mi sono sentita tremendamente vecchia. Trentaquattro  del resto sono trentaquattro, i miei anni. 

 Per di più mi sono inserita per sbaglio in due rooms( si chiamano così credo).

 Nella prima mi hanno addirittura interpellata, più e più volte, " diamo il benvenuto a Ilaria, Ilaria ci sei? Dicci la tua Ilaria". Al chè mi sono sentita poco bene. 

Ho iniziato a sudare, accusare un'ansia da prestazione che non ricordavo dai tempi delle interrogazioni di filosofia al liceo,  salivazione azzerata e palpitazioni a mille. Il tema era sulla nuova tecnologia odontoiatrica, come usare il bisturi in tre fasi, e operazioni su muscoli di non so dove. 

Con la mano tremante sono riuscita a fatica a spegnere il telefono e mi sono ripresa con dei sali. 

 La seconda volta invece è stata proprio ieri sera. Nella schermata ho visto partecipare a una di queste beneamate rooms  un amico del Signor Elle e Luca Argentero.  E allora l'ho rifatto. Perchè perdersi interventi di questo tipo sarebbe stato un peccato. E in tv c'era Babbara, e  Luca batte Babbara.

Sono entrata timidamente,  e con tristezza ho notato che partecipavano altre 250 persone: e fin qua tutto bene.

Poi una voce( non di Luca ) " è entrato forse qualcuno? pronto pronto ...è caduta a linea..cosa è successo? chi è entrato? Chi ha fatto cadere la linea?"

Ho lanciato il cellulare sveltissima in un'altra stanza e grazie di tutto. 

(Della serie: lontano dagli occhi lontano dal cuore come motto per l'eternità).  

Giuro, non sono stata io. Non ero io. Non sono io. E non sarò io. 

 E non sono nemmeno io Ilaria. 

Ilaria chi?

Ore 10.42 

Stella russa sul divano, e i muratori dopo tre ore di trapano mi stanno dando tregua. 

Ciao Milano. 

ps. Per la similitudine con il bicchiere d'acqua sono molto dispiaciuta, una volta avrei scritto di uno shot di jet27 o vodka liscia, ma le zone colorate mi hanno destabilizzata. L'unico shottino, oltre all'acqua, che mi farei sarebbe quello del vaccino. Ma per davvero. 

Amen.  


Il passato non si rinnega. ( Rockcity anni-paradiso )