martedì 22 settembre 2015

In due meglio.

Sono passati parecchi anni da quando la psicologa mi aveva gentilmente esortato a scrivere questo blog, e io, che sognavo di andare a Roma, poi a NewYork e poi non so più dove, noto con finto stupore di ritrovarmi ancora qua; in Via Perrone 20 nello studio del Boss.
Boss che è anche padre.
Il mio. 
I metri quadri che quotidianamente calpesto svogliata sono già stati comparati ormai alla qualunque.
Potremmo quasi completare il puzzle se si decidesse di usare metaforicamente l'immagine dell'universo come fulcro del nostro mondo legale imperniato da strade di stelle dispiegate nel cielo per mostraci la retta via, se non fosse che il Grande Capo predilige allegorie nettamente più pratiche e reali.
Per cui abbiamo iniziato con la figura della nave. Una grande nave, in cui noi- giovani del futuro- avremmo avuto la fortuna e onore di salpare - nel ruolo di mozzi- assieme a Lui, Il Capitano, cioè Il Boss.
Poi siamo passati alla fase agricoltura. Lo studio come appezzamento terriero, e noi- coltivatori diretti-avremmo potuto dare sfogo a tutta la nostra creatività e ingegno col sudore della fronte  nella grande impresa di piantagioni e vigne da accudire, perchè un giorno avremmo raccolto i frutti: soldi?
No.
Esperienza. E va bè..
Attualmente lo scenario è cambiato.
Dalla predilizione per uno studio "solo donne", a parte il Boss si intende, siamo passati alla presenza di un altro essere umano di sesso maschile in competizione con Seguace1 che purtroppo rimane parte della categoria "Femmine": Carlo Federico Antonio.
37 anni e non sentirli.
Rimasto, credo, all'epoca dei cabinotti torinesi, parla ancora di "gaggi, ganci e gangia",  è solito in studio slacciarsi la cravatta e alzarsi il colletto della camicia, e spesso farmi l'occhiolino, che non ho ancora capito se abbia un problema reale o sia solo così: un nerd.
Rimango  ancorata alla speranza di una risposta in positivo.
Carlo Federico Antonio è il figlio del migliore amico del nostro più grande (e danaroso) cliente.
Carlo Federico Antonio, quando lo si chiama, si dice "Carlo Federico Antonio", perchè presentandosi-il suddetto- ha denotato una qual certa propensione al nome per intero.
Il Boss ha già sbagliato un centinaio di volte, fra Carlo Emanuele Federico e Vittorio Emanuele Antonio, ha terminato stamattina con Giorgio Carlo Umberto, che il poveretto fra un mese- sono partite scommesse fra me e la segretaria- cederà a farsi chiamare "ùè Antò" e ne sarà quasi orgoglioso.
E comunque noi ci vogliamo già bene a Carlo Federico Antonio che, single ormai da 5 anni,mi  ha domandato un pomeriggio timidamente se avessi amiche simpatiche, perbene, e soprattutto non fidanzate..Che un po' mi si è stretto il cuore, perchè finalmente ho trovato qualcuno che ammettesse che essere uno potrebbe essere bello, ma in due si sta senza ombra dubbio nettamente meglio.
Poi va bè, con me non ha solo splancato una porta, ma un intero mondo, dal momento che ritengo di essere fra le più grandi fautrici dell'esistenza e importanza dell'amore stesso, che potrei scrivere un trattato dal titolo" nonostante le varie sfortune in campo sentimentale, e non sto a elencarle per dignità, ci credo ancora" ( che con questa potrei divenire un'eroina praticamente), che se condivisa la gianduja di Fiorio è ancora più buona,  la vodka alla viola del WP  riesce ad assumere sembianze analcoliche, correre al Valentino potrebbe risultare meno faticoso, camminare d'inverno per il centro di Torino e sentire il profumo delle caldarroste potrebbe diventare metafisico, che non c'è  niente di più bello che cucinare e ballare assieme, che fare la pace riempe il cuore di emozioni indescrivibili, che capire di essere sul treno giusto è davvero UAO, che sentire di crederci regala forze mai viste,  e che al termine del monologo se Carlo Federico Antonio non si è calato  giù dal ponte della Gran Madre non  lo farà più.
Poi voglio dire, se ho resistito io in Colombia, che "bonita" è stata a fasi alterne, figuriamoci Carlo Federico Antonio nell'ascoltare perle di romanticismo in un pomeriggio grigio, torinese, a tratti melanconico e imprigionato in una cornice di codici, fascicoli e contratti..




Tua Titti





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