Chiedo il permesso di scendere.
Ma non per l’ultima volta. Dico io. A differenza del Comandante Tom Chandler. (Gran Figo)
E poi vivere in un ambiente è bello quando l'anima è altrove. In città quando si sogna la campagna, in campagna quando si sogna la città. Dappertutto quando si sogna il mare. E poi perché in fondo ci siamo quasi. L’acqua salata sulla pelle e gli occhi rossi se li tieni aperti per vedere com’è il mondo. Là sotto. Le nespole divorate a colazione e il caffè freddo in bilico sulla passerella. Il profumo dell’aria di mare che sa di leggerezza e pace e un po’ di rosé per scaldare l’anima e i ricordi.
Chiedo il permesso di scendere. Ma torno.
Sul mare e sott’acqua. Fra i capelli spettinati dal vento e la sottile vibrazione del limbo immerso nell’abisso. Ascoltando la sera, avvolta da una coperta spessa, storie di scuole militari e viaggi oltreoceano. Affascinata dalla bellezza di esperienze diverse e appunto per questo ancora più magiche.
Cantando “quale idea” davanti a una luna dispettosa e assaporando il gusto della libertà. Accarezzando anche solo per un istante quel piccolo fragore che fra te e te dici: la bellezza. Della vita.
Il mare che ieri era un torbido fondo di nuvola ai margini del cielo, si fa una striscia d’un cupo sempre più denso ed ora è un grande urlo azzurro al di là d’una balaustra di colline e case.
E io sono qui. Ora.
Al di là della routine cittadina e dei pensieri tumultuosi e chiassosi. Adesso.
Capitano chiedo il permesso di scendere.
Permesso accordato.
Sull’attenti. Chandler se ne va e la ragazza triste fa da spettatrice.
Tornerà anche lui. Tom.
[ The last ship. Addicted.]
Ps. Ordine dall’alto: agnolotti del Plin e salsiccia di Bra. Che fanno poca estate,
ma tanta gioia.
Chiedo il permesso di scendere.
Ma non per l’ultima volta. Dico io. A differenza del Comandante Tom Chandler. (Gran Figo)
E poi vivere in un ambiente è bello quando l'anima è altrove. In città quando si sogna la campagna, in campagna quando si sogna la città. Dappertutto quando si sogna il mare. E poi perché in fondo ci siamo quasi. L’acqua salata sulla pelle e gli occhi rossi se li tieni aperti per vedere com’è il mondo. Là sotto. Le nespole divorate a colazione e il caffè freddo in bilico sulla passerella. Il profumo dell’aria di mare che sa di leggerezza e pace e un po’ di rosé per scaldare l’anima e i ricordi.
Chiedo il permesso di scendere. Ma torno.
Sul mare e sott’acqua. Fra i capelli spettinati dal vento e la sottile vibrazione del limbo immerso nell’abisso. Ascoltando la sera, avvolta da una coperta spessa, storie di scuole militari e viaggi oltreoceano. Affascinata dalla bellezza di esperienze diverse e appunto per questo ancora più magiche.
Cantando “quale idea” davanti a una luna dispettosa e assaporando il gusto della libertà. Accarezzando anche solo per un istante quel piccolo fragore che fra te e te dici: la bellezza. Della vita.
Il mare che ieri era un torbido fondo di nuvola ai margini del cielo, si fa una striscia d’un cupo sempre più denso ed ora è un grande urlo azzurro al di là d’una balaustra di colline e case.
E io sono qui. Ora.
Al di là della routine cittadina e dei pensieri tumultuosi e chiassosi. Adesso.
Capitano chiedo il permesso di scendere.
Permesso accordato.
Sull’attenti. Chandler se ne va e la ragazza triste fa da spettatrice.
Tornerà anche lui. Tom.
[ The last ship. Addicted.]Ma non per l’ultima volta. Dico io. A differenza del Comandante Tom Chandler. (Gran Figo)
Tornerà anche lui. Tom.
Ps. Ordine dall’alto: agnolotti del Plin e salsiccia di Bra. Che fanno poca estate,
ma tanta gioia.
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