Giugno è un bellissimo mese (quando c’è il sole).
Lo è sempre stato,almeno per me, da quando sono su questa terra, che mettendola così sembra sia la sorella di ET che per sbaglio è caduta in volo su Torino..
A giugno sono nate Orsi, Azzurra, il mio papà, insomma un sacco di gente, e sempre a giugno finalmente ritrovo il sorriso, vuoi per la temperatura mite(il caldo africano del prossimo mese non alberga ancora nella nostra camera da letto), vuoi per il fatto che si comincia a pensare alle vacanze( hai ancora il lasso di tempo per sceglierti la "cumpa giusta")o vuoi perché immaginarsi al mare mette comunque allegria (sguazzare in acqua sentendoti sirenetta e non un balenottero: priceless).
Nel mio caso le vacanze vengono prese in considerazione un po’ più seriamente a partire dai primi di luglio, tuttavia già ora.. due calcoli economici non costano e sognare mete faraoniche non fa male, sperando ovviamente di non arrivare alla conclusione che anche celle ligure non sarà poi così malaccio.
E poi giugno è il mese in cui la scuola finisce.
Se devo essere sincera alle elementari o alle medie non è che mi importasse molto, ero nel mio paradiso incontaminato, coi miei amici altrettanto paradisiaci e quindi quasi mi scocciava quando verso il 10 ci si salutava con un arrivederci a settembre.
Partivo per la campagna con mamma e nonna e lì giacevo per un buon mesetto. Poi si andava con papà al mare a giocare impara a fare il tuffo di testa, tuffo che ho dominato solo verso gli 11 anni, perché prima chepaura!! , e poi dal 19 agosto fino al 15 settembre ci si rinsediava in campagna insieme alla nonna, di nuovo. Gli astucci e la cartella nuova si compravano ad Asti,che dalla campagna dista 10 minuti, e quindi di norma i miei erano i più nerds ( mi ricordo di un agghiacciante lupo alberto che se la ghignava malignamente, per dire..).
Le novità più belle infatti ce le aveva quel negozio in centro a Torino, ma visto che noi dovevamo assaporare i colori e odori della campagna fino all’ultimo, non ne potevo usufruire e abbiamo sempre puntato sulla simpatia e praticità.
Ginni, Orsetta, Rossie e Moglie erano sempre al top, e puntulamente ogni anno acquistavano 5 centimetri, fino alla terza media in cui più o meno erano già alte 1.70. Io, nel mio piccolo, acquistavo inizialmente qualche centimetro, poi dopo qualche tempo si parlava solo più di millimetri, quindi non se ne parlava più.
Al liceo invece la fine della scuola era una gran festa. Tutto una novità. Il primo anno abbiamo imparato il significato “ l’uovo del primino”. E sì ,perché quelli più grandi e di altre scuole venivano puntualmente da fine maggio a lanciarci le uova davanti all’uscita , con la perpetua (la celeberrima Maria) che con le mani in testa dava l’allarme chiamando i sacerdoti più forzuti(che non mi pare ce ne fossero) per soccorrerci, poi tutto questo prodigarsi è terminato nel esatto momento in cui un ragazzo dell’istituto San Giuseppe, sbagliando mira, l’ha presa dritta in fronte: dramma. Frittata alla Perpetua ore 12.00.
Verso i sedicianni abbiamo progettato le nostre prime vacanze solo ragazzi, (noi siamo andate a caprera perché mia madre e quella di Orsetta hanno preferito un villaggio clubmed a una casa affittata chissà dove, perché saremmo state più protette…-i miei figli non li manderò mai da soli in un villaggio med,almeno a 16 anni!)
Poi c’è stato il “giugno della “matura”: voglia di studiare zero, voglia di uscire tanta, voglia di trascorrere il tempo con il fidanzato troppa.
Quell’anno ho visto l’apocalisse dirottarsi su di me, quando ho litigato ferocemente con un professore spiegandogli dettagliatamente l’ideologia politica mia e della mia famiglia,che evidentemente era opposta alla sua. Con una media rasente l’ 8 in quasi tutte le materie, con nessuno asterisco mai nelle mia vita, con un punteggio 18 su 20 di partenza, pare abbia sballato totalmente l’esame scritto. ( lo zainetto di lupo Alberto non l’avevo più, ma evidentemente le “stratos” ai piedi non erano bastate a fargli capire che i figli di papà con cui prendersela erano altri, e soprattutto non nella mia classe o scuola.)
A maggio ero quasi certa di passare con 95 su 100 minimo… sono passata con 79 su 100. Ma l’istruzione non è assolutamente politiccizata, no.. per l’amor del cielo!
Superato l’orrore scolastico, a luglio, le mie vacanze anelate sono iniziate. Grecia, Sardegna e poi 1 mese ad Alassio( che non ero mai stata) a casa dell’allora mio fidanzato. Il più bell’agosto della mia vita, che Muccino se volesse intervistarmi potrei dargli spunto per un nuovo film, magari meno cinico.
E oggi apro la finestra della mia stanza e sento i ragazzi della scuola davanti ridere e ad ogni campanella che suona battere le mani. Noi ovviamente tutto questo rumore non potevamo farlo: per andare in bagno si alzava la mano, per comunicare col vicino ci si lanciava i bigliettini col radar per non rischiare intercettazione del mentore, per avere la parola si chiedeva timidamente al prof per non causargli crisi di nervi, e se la campanella tanto amata suonava, ma la lezione non era ancora finita, si stava muti e si aspettava con composta educazione che il disgraziato finisse il suo inutile monologo a cui nessuno ormai stava prestando più attenzione.
Adesso probabilmente anche nella mia scuola si saranno adattati in chiave moderna agli usi e costumi folcloristici dei giovani d’oggi, come le minigonne, orecchini( non piercing per carità!), leggero trucco etc.. e soprattutto sono certa che gli studenti,anche se di altra generazione, proveranno le nostre stesse identiche emozioni del famoso ultimo giorno di scuola, anche se tatuati e vestiti ultimo grido..
Ma che bel mese giugno!
Tua Titti
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