Perchè oggi in studio è successo di tutto.
La rivoluzione oserei dire.
Seguace1 per la prima volta- da quando per disgrazia la conosco- mi è arrivata trafelata, con 5 minuti di ritardo, e con una faccia stile ho-bisogno-di-lexotan-in-vena (anzichè il suo classico VictoriaSilvstedt nelle pellicole più ruggenti) trasmettendomi per una buona oretta persino della tenerezza.
E ammetto che ci sono rimasta.
Però va bè, la vita continua mi sono detta, e ho lasciato perdere.
E qui lo sbaglio.
Can che dorme non morde, si dice.
Bella roba, peccato che seguace1 non sarà mai un cane, ma solo ed esclusivamente una iena.
Forse avrei dovuto procurarmi litri e litri di Lexotan per fermare la Giovanna d'Arco che si stava impossessando della suddetta e così avrei evitato di farmi asciugare durante la pausa pranzo trattando argomenti nettamente sciocchi e noiosi. Tipo che Bastianich è un tipo rock, che Stefano Accorsi a lasciare la Casta ha fatto la cavolata della vita, che vuole iniziare un corso di pilates, che Renzi l'ha delusa, che si è annotata le creme miracolose post parto di Kate, che il vero sushi si mangia in Giappone ( ma dai?), che la fedeltà è uno stile di vita e non un valore etc etc..
Io che, apro parentesi, ho avuto anche i miei problemi dalle 9 di stamattina, del tipo indossare gli Hunter per paura della pioggia e ritrovarmi nel tratto corso Vittorio- corso Bolzano a provare a non svenire causa sauna a ogni passo.
Ma va bè, la vita continua mi sono ripetutamente detta ogni secondo, e in realtà ci ho sperato fino a quando ho visto il paradiso: il portone di Via Perrone.
Giuro, non so se sia stata la telefonata dall' Argentina o il Boss che ieri sera ha comunicato che neppure lei, neppure Seguace1, la meglio Avvocato del mondo parteciperà al convegno dell'Expo, ma sta di fatto che Caronte occhi di bragia ha dato di matto.
Non con il Boss ovviamente, che da noi è considerato un semi dio, indi per cui intoccabile, ma con sè stessa e un po' con me.
Ma oggi, con me, non era giornata. Me che stavo lottando fra la vita e la morte per via della tuta da sci che avevo addosso. E preciso Colmar, mica una marca di quelle dei veri pro che si raffreddano se hai caldo e si scaldano se hai freddo. E no. Queste chicche io le avrò nel 2035, quando la gente userà un telecomando e cambierà la temperatura corporea con un clic.
Ma va bè, la vita continua, suvvia.
Che poi, aggiungo solo più questa, sono pure dovuta andare da Big&Vip a lasciare una busta e ho incontrato sul mio cammino Adriana Lima seguita da Giselle e Heidi, con abiti talmente mozzafiato e stilosi che Valentino in persona ne sarebbe stato fiero.
E poi io, con la coda di cavallo, gli Hunter, pantaloni H&M, una maglia manica lunga nera di marca sconosciuta e il caldo africano.
A me Valentino, neanche in persona, avrebbe chiesto di tenere gli attaccapanni, suppongo.
Ma va bè, la vita continua.
Quindi, tornando allo Tsunami, il cataclisma infernale che stava per scagliarsi nella parte sud est dello studio, cioè nella nostra stanza, alle ore 12.45 con coraggio mi sono seduta e le ho fatto cenno che il suo momento era arrivato.
E mentre costei inveiva contro il mondo mi chiedevo se, la costei in questione, l'avessi preferita versione porno-attrice con le labbra-canotto di un colore rosso spavento e le unghie artiglio d'aquila oppure così, stile Laura Morante in preda ad una crisi isterica e con la mano tremolante alla ricerca disperata di una sigaretta.
Sono tuttora rimasta col dubbio, ma la vita dicevo, continua.
La problematica Argentina è un nodo difficile da slegare, lei non crede di poterci andare ( chi le ha mai chiesto di andarci peraltro, ma va bè), da una settimana ha anche iniziato un corso intensivo di cucina, uno di quelli famosi al lingotto e onestamente l'ha già pagato e partire per un mese per Buenos Aires le romperebbe.
E poi adesso volare non è più cosi sicuro, meglio chiudere i deal in casa e farli venire qua i clienti, che ci mettano loro la pelle, non noi.
Anche viaggiare in macchina è pericoloso, anzi statisticamente è il peggio ( ma tiè!), e sui giornali consigliano il treno o la metro.
Però se mio nonno mettesse a disposizione un elicotterino per andare a Milano a quella cena fra una settimana in quel posto famoso, bè lì è diverso, lei lì ci andrebbe, anche volentieri, dai.
A queste precise parole l'ho guardata, e mi sono chiesta cosa mai avessi fatto di male per sopportare seguace1. Poi l'ho rifissata meglio e ho intravisto la trasformazione: da Caron Dimonio mi stava diventando una delle sorelle vampiro( una a scelta ) di quel gran figo di Robert Pattinson in Twilight.
Peccato per i canotti al posto delle labbra, quelli le sorelle vampiro non mi sembra li avessero, e soprattutto - quelli, i canotti- una volta fatti o li sottoponi a nuova operazione o ciccia.
Però va bè, la vita continua: oggi canotti, domani chi può dirlo...
Tua Titti
mercoledì 6 maggio 2015
martedì 5 maggio 2015
Io (non) ho paura.
Il Boss ha licenziato tutti.
Siamo rimaste in 3.
Seguace1, la segretaria, e la sottoscritta: da spararsi.
Ma io (non) ho paura.
La prossima settimana ho in programma un allegro pranzo ad Aquiterme con l'associazione dei geni forensi, geni a cui evidentemente non mi sento di appartenere e soprattutto nulla con cui spartire. Ma va bè.
Io (non) ho paura.
Diversamente a giugno ci sarebbe uno stage nei pressi di Mondovì per imparare l'arte dell' agricoltura.
Questione di scelte. - dice il Boss.
Pìù interessanti sono le iniziative degli Avvocati Milanesi riguardanti l' Expo. " Vino, Patrimonio, Nutrizione del pianeta, e lotta alle frodi". Tuttavia in questo programma non sono stata cantemplata:
a) costa troppo
b) sono a dieta ( i miei amici sanno del progetto Belen)
c) sarebbe troppo valido parteciparvi, noi di Via Perrone preferiamo continuare a mangiare bollito misto e peperoni in salsa di acciughe.
Io (non) ho paura.
Ho iniziato l'anno col dubbio di tornare dalla psicologa per affrontare l'ennesima delusione o darmi all'alcol, quello pesante.
Poi ho incontrato Luca, e il mondo ha ricominciato a tingersi di colori felici.
Questa volta (forse) ho paura.
Nella stanza adiacente sento Seguace1 che parlocchia da sola e scartabella documenti noiosi.
Sta cercando i fratelli e i nipoti di una tizia che ha lasciato un'eredità con tanti zeri.
Nessuno di questi pare interessato, volendo si propone lei, Seguace1, perchè tutto sommato un fondo per una bella vacanza oltre oceano non sarebbe male.
Che paura.
Sto quasi smettendo di giocare a tennis.
Le amiche lo sanno, e sono preoccupate. Alcune.
Altre mi riempiono di telefonate e messaggi per sfidarmi e battermi con sonori 6-1 6-2 dal momento che non mi alleno più.
Non è ancora successo, ma probabilmente capiterà. Forse.
Io (non) ho paura.
Stamattina al bar leggo l'articolo di Gramellini sul paragone delle due bambine nate ieri.
Fondamentalmente quella ricca e quella no.
Il latte lo prendo freddo a parte e la barista mi riempe giustamente la tazza di schiuma. Orgogliosa.
Quella nata su un letto di oro e rubini e l'altra viva per miracolo.
Macchio la camicia bianca in maniera magistrale e mi scotenno la lingua.
Di base la felicità non ha a che fare con l'ammontare del conto in banca: chiamasi agio/lusso, che sì, ok, può aiutare, ma il cuore- come ben si sa- segue altre strade. (cfr il terzo nome della neonata con la corona)
La barista per l'inconveniente del latte mi offre la colazione.
Evviva le due bambine.( entrambe )
Io (non) ho paura.
Domenica pomeriggio con Luca ho visto "l'ultimo bacio".
Ma la vita di noi trentenni è davvero così?
Che storie di quel genere non è che siano così pazzesche o favolose.
Cioè, non esiste un momento in cui capisci che quello che vuoi ce l'hai e a posto così?
Cioè uno deve vivere con l'ansia delle diciotenne perfetta di turno che potrebbe materializzarsi quando meno te lo aspetti e far dare di matto al tuo fidanzato/marito ?
Che poi se vogliamo dirla tutta nel film si vede la scena finale in cui poi lei (dopo le corna) ammicca sorridente al runner palestrato e via coi sottotitoli di coda. E il runner è pure brutto.
Luca mi ha detto di non pensarci, che quest'estate in Colombia con lo zainoa spalle avrò altro su cui crogiolarmi.. ( tipo che per la prima volta della mia vita non potrò portarmi il phon?....)
Ma io (non) avrò paura. Forse.
Qua da Via Perrone è tutto.
Il Tar chiama e seguace1 ha fame.
Tua Titti
Siamo rimaste in 3.
Seguace1, la segretaria, e la sottoscritta: da spararsi.
Ma io (non) ho paura.
La prossima settimana ho in programma un allegro pranzo ad Aquiterme con l'associazione dei geni forensi, geni a cui evidentemente non mi sento di appartenere e soprattutto nulla con cui spartire. Ma va bè.
Io (non) ho paura.
Diversamente a giugno ci sarebbe uno stage nei pressi di Mondovì per imparare l'arte dell' agricoltura.
Questione di scelte. - dice il Boss.
Pìù interessanti sono le iniziative degli Avvocati Milanesi riguardanti l' Expo. " Vino, Patrimonio, Nutrizione del pianeta, e lotta alle frodi". Tuttavia in questo programma non sono stata cantemplata:
a) costa troppo
b) sono a dieta ( i miei amici sanno del progetto Belen)
c) sarebbe troppo valido parteciparvi, noi di Via Perrone preferiamo continuare a mangiare bollito misto e peperoni in salsa di acciughe.
Io (non) ho paura.
Ho iniziato l'anno col dubbio di tornare dalla psicologa per affrontare l'ennesima delusione o darmi all'alcol, quello pesante.
Poi ho incontrato Luca, e il mondo ha ricominciato a tingersi di colori felici.
Questa volta (forse) ho paura.
Nella stanza adiacente sento Seguace1 che parlocchia da sola e scartabella documenti noiosi.
Sta cercando i fratelli e i nipoti di una tizia che ha lasciato un'eredità con tanti zeri.
Nessuno di questi pare interessato, volendo si propone lei, Seguace1, perchè tutto sommato un fondo per una bella vacanza oltre oceano non sarebbe male.
Che paura.
Sto quasi smettendo di giocare a tennis.
Le amiche lo sanno, e sono preoccupate. Alcune.
Altre mi riempiono di telefonate e messaggi per sfidarmi e battermi con sonori 6-1 6-2 dal momento che non mi alleno più.
Non è ancora successo, ma probabilmente capiterà. Forse.
Io (non) ho paura.
Stamattina al bar leggo l'articolo di Gramellini sul paragone delle due bambine nate ieri.
Fondamentalmente quella ricca e quella no.
Il latte lo prendo freddo a parte e la barista mi riempe giustamente la tazza di schiuma. Orgogliosa.
Quella nata su un letto di oro e rubini e l'altra viva per miracolo.
Macchio la camicia bianca in maniera magistrale e mi scotenno la lingua.
Di base la felicità non ha a che fare con l'ammontare del conto in banca: chiamasi agio/lusso, che sì, ok, può aiutare, ma il cuore- come ben si sa- segue altre strade. (cfr il terzo nome della neonata con la corona)
La barista per l'inconveniente del latte mi offre la colazione.
Evviva le due bambine.( entrambe )
Io (non) ho paura.
Domenica pomeriggio con Luca ho visto "l'ultimo bacio".
Ma la vita di noi trentenni è davvero così?
Che storie di quel genere non è che siano così pazzesche o favolose.
Cioè, non esiste un momento in cui capisci che quello che vuoi ce l'hai e a posto così?
Cioè uno deve vivere con l'ansia delle diciotenne perfetta di turno che potrebbe materializzarsi quando meno te lo aspetti e far dare di matto al tuo fidanzato/marito ?
Che poi se vogliamo dirla tutta nel film si vede la scena finale in cui poi lei (dopo le corna) ammicca sorridente al runner palestrato e via coi sottotitoli di coda. E il runner è pure brutto.
Luca mi ha detto di non pensarci, che quest'estate in Colombia con lo zainoa spalle avrò altro su cui crogiolarmi.. ( tipo che per la prima volta della mia vita non potrò portarmi il phon?....)
Ma io (non) avrò paura. Forse.
Qua da Via Perrone è tutto.
Il Tar chiama e seguace1 ha fame.
Tua Titti
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